Design Thinking
Human-Centered Design: cos’è e come applicarlo con successo
5 Febbraio 2025
•
17 min lettura
In un mondo in cui la tecnologia e l’innovazione sta ridefinendo il modo in cui viviamo e lavoriamo, lo Human-Centered Design (HCD) sta emergendo come un approccio essenziale in diversi settori: dal design di prodotto all’esperienza utente (UX). Lo Human-Centered Design (HCD), o design centrato sull’utente, è un approccio progettuale che pone le persone al […]
In un mondo in cui la tecnologia e l’innovazione sta ridefinendo il modo in cui viviamo e lavoriamo, lo Human-Centered Design (HCD) sta emergendo come un approccio essenziale in diversi settori: dal design di prodotto all’esperienza utente (UX).
Lo Human-Centered Design (HCD), o design centrato sull’utente, è un approccio progettuale che pone le persone al centro di ogni decisione dell’intero processo di progettazione. Questo metodo si basa sulla profonda comprensione delle esigenze, dei desideri e delle aspettative degli utenti, visualizzando le informazioni come un sistema complesso di parti interconnesse.
L’obiettivo dello Human-Centered Design è quello di creare soluzioni non solo funzionali, ma anche significative e innovative.
In questo articolo esploreremo cos’è lo Human-Centered Design, quali sono le sue fasi principali, i benefici che può offrire e come applicarlo con successo per creare soluzioni che rispondano davvero alle necessità degli utenti.
Che cos’è l’Human-Centered Design?
Lo Human-Centered Design (HCD) è un approccio progettuale che si basa su alcuni principi fondamentali quali empatia, iterazione, collaborazione e orientamento ai bisogni reali degli utenti.
Questo metodo nasce dall’idea che il successo di qualsiasi prodotto, servizio o esperienza dipenda dalla comprensione e risoluzione di problematiche e necessità reali delle persone che ne faranno uso.
Le radici dello Human-Centered Design risalgono agli anni ’50 e ’60, quando i principi di progettazione centrata sull’utente cominciano a emergere nel disegno industriale e nell’ingegneria. Ed è per la prima volta che il professor John E. Arnold disse che la progettazione ingegneristica dovesse essere incentrata sull’uomo.
Qualche anno dopo, a metà degli anni ‘60, si inizia a parlare sempre più di un approccio di problem-solving che sia adattabile e incentrato sul comportamento umano. Ed è in questo periodo che lo Human-Centered Design inizia ad emergere. Infatti, con l’evoluzione della tecnologia e l’avvento dell’interaction design, l’HCD ha trovato applicazione in ambiti sempre più ampi, tra cui la progettazione di software, servizi digitali e strategie aziendali.
Per riassumere, lo Human-Centered Design non è solo un metodo: è una mentalità che permette di promuovere nuove soluzioni basandosi sull’empatia e sulla soddisfazione delle esigenze umane.
Integrare lo Human-Centered Design nei progetti permette di:
- Migliorare l’usabilità, rendendo i prodotti e servizi intuitivi e facili da usare.
- Aumentare la soddisfazione degli utenti, creando esperienze significative e coinvolgenti.
- Creare soluzioni più efficaci, che rispondono in modo preciso ai bisogni del mercato e degli utenti finali.
Lo Human-Centered Design si basa su 4 principi fondamentali:
Empatia: Sii incentrato sulle persone. Comprendere il punto di vista, i desideri e le sfide degli utenti è il cuore dello Human-Centered Design. Questo principio richiede di mettersi nei panni degli utenti per comprendere le loro esperienze, sfide e aspirazioni. Non è solo un esercizio di osservazione, si tratta di entrare in sintonia con le emozioni e i bisogni delle persone, senza avere pregiudizi.
Iterazione: Svolgi interventi piccoli e semplici. Non correre per trovare una soluzione fin da subito, ma mira ad un processo continuo di progettazione, test e miglioramento basato sul feedback reale degli utenti. L’iterazione è un processo dinamico e ciclico. Questo approccio riduce i rischi di errore e garantisce che il risultato finale soddisfi realmente le esigenze degli utenti finali.
Collaborazione: pensa a tutto come a un sistema di parti interconnesse. La progettazione deve concentrarsi su tutto il sistema e le varie attività devono essere viste come interconnesse tra loro. Per questo motivo è necessario coinvolgere team interdisciplinari e gli utenti durante il processo. Nessuna disciplina o individuo può affrontare da solo la complessità dei problemi che si presentano.
Orientamento ai bisogni reali: trova il problema giusto. Spesso, i progetti falliscono perché si basano su ipotesi errate o su priorità definite internamente da un’azienda. Lo Human-Centered Design invita i team a concentrarsi su ciò che conta davvero per le persone, per poter risolvere il problema giusto. Questa pratica richiede un’attenta analisi dei dati e un dialogo continuo con gli utenti per comprendere il “perché” dietro ogni esigenza. Risolvere il giusto problema è l’obiettivo che dovrebbero avere le aziende e i designer, altrimenti i sintomi continueranno a presentarsi.
Il processo dell’Human-Centered Design
Il processo dello Human-Centered Design (HCD) si articola in diverse fasi pensate per essere iterative e flessibili che consentono ai team di adattarsi ai cambiamenti e migliorare continuamente le soluzioni proposte.
Empatizzare
La fase di Empatizzare rappresenta il punto di partenza del processo Human-Centered Design (HCD). In questa fase, l’obiettivo principale è osservare gli utenti ed entrare in contatto con loro per comprenderne bisogni, motivazioni, sfide che vivono.
Infatti, è proprio l’empatia che permette ai designer di mettersi nei panni degli utenti e di vedere il mondo dal loro punto di vista.
In base alle tempistiche e al budget a disposizione puoi raccogliere una grande quantità di informazioni, che ti saranno utili per affrontare le fasi successive. Alcuni strumenti efficaci in questa fase sono le interviste agli utenti oppure osservazioni dirette nel loro contesto naturale.
Finora sembra tutto semplice, ma ci sono degli errori che molti designer fanno. Alcuni errori da evitare sono legati alla superficialità, ovvero limitarsi a domande generiche senza esplorare il contesto specifico; avere pregiudizi e quindi lasciare che le proprie opinioni influenzino le risposte degli utenti; ed infine lavorare solo con un gruppo ristretto di utenti che potrebbe portare a risultati poco rappresentativi.
Definire
La seconda fase, Definire, è il momento in cui i dati e le informazioni raccolte durante la fase precedente vengono analizzati e sintetizzati per individuare i problemi principali degli utenti. In questa fase, il team definisce il problema su cui lavorare e stabilisce gli obiettivi progettuali.
Definire correttamente il problema significa tradurre un insieme di dati in un obiettivo chiaro e orientato agli utenti, spesso attraverso un problem statement (dichiarazione del problema), in cui includere: chi sono gli utenti; cosa stanno cercando di ottenere; perché stanno incontrando difficoltà. Inoltre, gli obiettivi devono essere misurabili e realistici per guidare il processo progettuale.
La fase di Definizione aiuta il team a raccogliere informazioni che serviranno a stabilire caratteristiche e funzionalità del prodotto o servizio in questione.
Anche in questa fase del processo di Human-Centered Design ci sono alcuni errori da evitare come essere troppo generici in quanto potrebbe portare a soluzioni inefficaci; ignorare il contesto e non coinvolgere il team, infatti la definizione del problema e degli obiettivi dovrebbe essere un lavoro collaborativo.
Ideare
La terza fase del processo di HCD, quella di Ideare, è il momento in cui il team è pronto a generare idee. In questa fase il team esplora soluzioni creative e innovative per risolvere i problemi definiti nelle fasi precedenti.
Nella fase di ideazione si incoraggia la generazione di un ampio numero di idee dando libero sfogo alla creatività e all’innovazione, tenendo sempre in considerazione le informazioni raccolte e analizzate nelle fasi precedenti.
Il focus non è trovare subito la “soluzione perfetta”, ma esplorare molteplici direzioni, che possono poi essere affinate nelle fasi successive.
Per sviluppare al meglio questa fase, ci sono diverse tecniche da poter utilizzare: le sessioni di brainstorming, una delle tecniche più comuni per generare idee, in cui i partecipanti condividono idee liberamente; i momenti di workshop di co-design i quali è possibile coinvolgere, oltre il team stesso, anche stakeholder ed utenti.
Per ottenere risultati ottimali da questa fase, evita di scartare idee troppo rapidamente, anche un’idea apparentemente improbabile potrebbe portare ad una soluzione innovativa; esplora diverse possibilità prima di restringere il focus e cerca di coinvolgere gli utenti, direttamente o indirettamente, per avere insight migliori.
Prototipare
Siamo arrivati alla quarta fase del processo di Human Centered Design, quella di Prototipare. A questo punto, si ha la possibilità di trasformare le idee generate nella fase precedente in qualcosa di tangibile e concreto. I prototipi saranno da supporto per esplorare, iterare e testare le soluzioni in modo rapido ed economico prima di passare alla realizzazione definitiva.
Prima di procedere però, definiamo cosa è un prototipo: Un prototipo è una versione semplificata del prodotto o servizio finale. I prototipi sono versioni economiche del prodotto i quali, non devono per forza essere ad alta fedeltà, ma devono rendere abbastanza l’idea in modo tale che le persone lo possano capire e commentare.
Il prototipo di un prodotto può essere utilizzato per visualizzare le idee; identificare problemi o criticità; testare l’usabilità e verificare se l’esperienza soddisfa le esigenze degli utenti.
I benefici della prototipazione sono sicuramente la riduzione dei costi in quanto individuare errori prima dello sviluppo riduce le spese complessive, e inoltre, i feedback basati su prototipi permettono di prendere decisioni consapevoli.
Testare
L’ultima fase nel processo di Human-Centered Design è quella di Test. In questa fase si raccolgono il feedback degli utenti. È il momento finale che serve per identificare eventuali problemi, validare le scelte progettuali e iterare per perfezionare il design.
L’obiettivo di questa fase è quello di ottenere una comprensione approfondita e dettagliata del prodotto e l’interazione con gli utenti. Può essere molto utile per approfondire come le persone pensano, si comportano e si sentono nei confronti del prodotto.
I vantaggi di svolgere sessioni di test sono: la riduzione del rischio di rilasciare prodotti con errori o difficoltà di utilizzo e l’identificazione e risoluzione dei problemi prima del lancio evitando costose revisioni post-produzione.
Alla fine della fase di Test, il team di progettazione avrà un’idea più chiara di come gli utenti interagiranno con il prodotto finale.
Componenti chiave dell’Human-Centered Design
Lo Human-Centered Design (HCD) si fonda su una serie di componenti chiave che guidano l’intero processo, garantendo che ogni fase sia orientata alla creazione di soluzioni utili per gli utenti. Questi elementi costituiscono la struttura dell’approccio Human Centered Design e assicurano che il focus rimanga costantemente sulle persone e sui loro bisogni reali.
Ricerca sugli utenti
La ricerca sugli utenti o User Research è il punto di partenza per un processo di Human-Centered Design efficace. Come hai potuto leggere dalle fasi del processo, è proprio dalla raccolta di informazioni che bisogna iniziare a progettare. La UX Research consiste nell’utilizzare strumenti e tecniche per comprendere i bisogni, i desideri e i comportamenti delle persone, trasformandoli successivamente in insight che guidano la progettazione.
La scelta dei metodi di ricerca varia in base al contesto, agli obiettivi del progetto e alle risorse disponibili. Nel processo di Human Centered Design i metodi più comuni includono:
Sondaggi, utilizzati per raccogliere dati quantitativi e particolarmente utili quando si lavora con un pubblico ampio. Consentono di identificare tendenze generali che possono informare le decisioni strategiche.
Interviste, strumento chiave per raccogliere dati qualitativi e per esplorare in profondità i pensieri, le emozioni e le motivazioni degli utenti. Nel contesto HCD, sono particolarmente utilizzare per identificare bisogni che non emergono nei dati quantitativi.
Studi sul campo (osservazione etnografica), tecnica che consiste nell’osservare gli utenti nel loro ambiente naturale, consentendo di rilevare problemi e opportunità che potrebbero passare inosservati in un contesto controllato.
La ricerca sugli utenti non solo arricchisce il processo di Human-Centered Design, ma garantisce che ogni decisione progettuale sia basata su bisogni reali, riducendo il rischio di errori e aumentando la probabilità di creare soluzioni efficaci.
Personas e Journey Mapping
Nel processo di Human Centered Design, l’utilizzo di strumenti come Personas e Journey Mapping aiuta i team a trasformare e sintetizzare i dati raccolti nella fase di UX Research in strumenti visivi e pratici che guidano i designer verso soluzioni mirate e orientate agli utenti. Questi strumenti hanno il potere di rendere le informazioni più accessibili e di creare un linguaggio comune tra i membri del team.
Le Personas sono rappresentazioni basate sui dati degli utenti reali raccolti durante la ricerca. Non si tratta di personaggi immaginari, ma di profili che incarnano i comportamenti, le motivazioni e i bisogni di specifici segmenti di utenti. Le personas devono essere integrate nel processo di Human Centered design perché contribuiscono a mantenere l’attenzione sugli utenti durante tutte le fasi del processo.
Lo User Journey Mapping invece si concentra sull’esperienza dell’utente nel tempo, mappando le interazioni con un prodotto, servizio o sistema dalle prime interazioni con il prodotto fino al completamento dell’obiettivo desiderato. È consigliato utilizzare lo journey mapping nel processo di Human Centered Design per identificare le lacune nel percorso ed evidenziare opportunità per migliorare il flusso.
Co-creazione e collaborazione
La co-creazione è un elemento chiave dello Human-Centered Design (HCD) che si basa sul coinvolgimento sia degli utenti finali che dei team nel processo di progettazione. Questa componente chiave migliora la qualità delle soluzioni e contribuisce a creare un senso di appartenenza e allineamento tra tutte le parti coinvolte.
Accessibilità e inclusività
Accessibilità e inclusività sono due pilastri dello Human Centered Design che permettono di creare soluzioni che rispettino e rispondano alle diversità fisiche, cognitive, culturali e sociali delle persone. Queste componenti chiave migliorano l’esperienza utente e promuovono equità e partecipazione, garantendo che nessuno venga escluso dall’utilizzo di un prodotto o servizio.
L’accessibilità si concentra sulla creazione di prodotti che siano fruibili da persone con disabilità sensoriali, motorie, cognitive o di altro tipo. Mentre, l’inclusività si rivolge ad un pubblico eterogeneo, considerando diversità culturali, linguistiche, di genere e di età.
Progettare per tanti non è solo una scelta etica, ma una strategia vincente per creare valore a lungo termine.
Iterazione continua
L’iterazione continua è un approccio ciclico che prevede il costante perfezionamento delle soluzioni progettuali attraverso fasi ripetute di progettazione, test e miglioramento. Questa componente chiave consente di garantire che le soluzioni finali siano sempre in linea con i bisogni degli utenti e rispondano efficacemente a eventuali cambiamenti del contesto.
Applicazioni dell’Human-Centered Design
Lo Human-Centered Design è un approccio estremamente versatile, applicabile a una vasta gamma di settori e contesti. Grazie alla sua capacità di mettere al centro le persone, lo Human Centered Design si rivela efficace per affrontare sfide complesse, generare innovazione e migliorare la UX in diversi ambiti.
Tecnologia e sviluppo di prodotti
Nella progettazione di app, piattaforme e dispositivi tecnologici, lo Human Centered Design assicura che le soluzioni siano intuitive, accessibili e adatte al target di riferimento. Dalla UX/UI design alla creazione di esperienze digitali personalizzate, questo approccio guida ogni fase del processo.
Nel contesto tecnologico, lo Human Centered Design permette di individuare i punti critici (pain points) attraverso la UX Research. I dati raccolti diventano poi il punto di partenza per sviluppare prototipi e iterare soluzioni che siano funzionali e piacevoli da utilizzare.
Ad esempio, un’app mobile progettata con l’approccio Human Centered Design non si limita a fornire funzionalità: ogni elemento dell’interfaccia è ottimizzato per ridurre il carico cognitivo, migliorare la navigazione e favorire il raggiungimento degli obiettivi dell’utente.
Oppure in prodotti digitali più complessi, lo Human Centered Design aiuta a semplificare flussi di lavoro articolati, creando prodotti che rispondano a utenti con diversi ruoli o competenze. Questo contribuisce a ridurre la frustrazione, migliorando il coinvolgimento e la produttività.
La stessa cosa succede per altre tipologie di prodotti digitali. Un aspetto distintivo che vuole trasmettere lo Human Centered design è che un ciclo continuo di ricerca e test permette di affinare sempre di più le soluzioni proposte.
Sanità e soluzioni mediche
Lo Human Centered Design gioca un ruolo chiave anche nella progettazione di dispositivi medici, sistemi di telemedicina ma soprattutto nell’intera esperienza del paziente.
In un ambito in cui la precisione e l’empatia sono fondamentali, lo Human Centered Design consente di progettare soluzioni che rispondano alle esigenze funzionali, ma soprattutto a quelle emotive di pazienti, medici e operatori sanitari.
Adottando un approccio centrato sull’utente, i designer possono:
Ridurre l’ansia del paziente: Attraverso interfacce intuitive e processi chiari in cui i pazienti si sentono più a loro agio nell’utilizzo di tali dispositivi per la gestione della salute.
Migliorare l’aderenza alle terapie: Prodotti e applicazioni progettati con l’HCD includono promemoria personalizzati, feedback motivazionali e guide semplici che aiutano i pazienti a seguire il loro piano di cura.
Facilitare il lavoro degli operatori sanitari: Soluzioni che ottimizzano i flussi di lavoro, riducono il carico cognitivo e migliorano l’interazione tra i membri del team.
Un esempio in questo settore è la progettazione di applicazioni per il monitoraggio remoto della salute, che consentono ai pazienti di condividere dati in tempo reale con i loro medici. Grazie ai test con gli utenti, queste piattaforme vengono ottimizzate per essere utilizzabili da persone di tutte le età, anche con competenze tecnologiche limitate.
Nell’ambito ospedaliero, l’HCD può essere applicato per riprogettare l’esperienza dei pazienti, ottimizzando i percorsi di cura, migliorando la comunicazione tra medico e paziente e creando ambienti più accoglienti.
Urbanistica e architettura
Tra i settori in cui lo Human Centered Design ha un impatto positivo c’è anche l‘urbanistica e l’architettura. Questo approccio applicato in tale contesto contribuisce a creare spazi pubblici funzionali, inclusivi e incentrati sulle reali esigenze delle persone che li vivono, consentendo di avere ambienti che promuovono il benessere, la socialità e l’accessibilità e senza barriere fisiche, cognitive o culturali.
Alcuni esempi possono essere legati alla progettazione di parchi e aree verdi i quali incoraggiano l’interazione sociale, includono aree gioco sicure per i bambini, percorsi accessibili per persone con mobilità ridotta e spazi tranquilli per il relax.
Oppure, un tema molto caldo è quello dei trasporti pubblici: fermate di autobus, stazioni ferroviarie e sistemi di trasporto urbano progettati con un approccio HCD migliorano l’orientamento, la sicurezza e l’accessibilità con elementi come la segnaletica chiara, pavimentazioni tattili e aree di attesa riparate.
Educazione e apprendimento
In scuole, università e piattaforme di apprendimento digitale, lo Human Centered Design viene utilizzato per progettare ambienti e strumenti che supportino l’apprendimento in modo inclusivo, coinvolgente e personalizzato, garantendo che ogni individuo possa raggiungere il proprio pieno potenziale.
Una progettazione Human Centered Design nel contesto dell’educazione, garantisce che le soluzioni vengono sviluppate analizzando le sfide e i contesti di apprendimento di studenti di diverse età, abilità e background culturali. E soprattutto coinvolgendo insegnanti, studenti, genitori e altri stakeholder che partecipano attivamente alla co-creazione di programmi didattici, ambienti scolastici e strumenti digitali.
Alcuni esempi pratici dello Human Centered Design nell’educazione possono essere piattaforme di apprendimento online, come app educative o sistemi di gestione dell’apprendimento che vengono progettate per adattarsi alle preferenze individuali degli studenti, fornendo contenuti interattivi e feedback immediato.
Servizi e Customer Experience
Lo Human-Centered Design ha un ruolo centrale nel miglioramento della Customer Experience, consentendo alle aziende di creare interazioni efficaci, coinvolgenti e incentrate sui bisogni reali dei clienti. Grazie all’approccio HCD, le aziende possono progettare servizi che rafforzano la fidelizzazione e il valore del brand.
Lo Human Centered design nella Customer Experience porta ad una comprensione profonda dei clienti e permette di creare esperienze personalizzate e modellate in base alle preferenze specifiche dei clienti, garantendo un’interazione fluida e coerente su tutti i touchpoint.
Alcuni esempi pratici possono essere riferiti al miglioramento del servizio clienti, quindi nel miglioramento di interfacce di chatbot o di sistemi di assistenza che riducono la frustrazione degli utenti e velocizzano la risoluzione dei problemi. Oppure anche nella progettazione di programmi di fidelizzazione personalizzati come ricompense e promozioni mirate alle preferenze dei clienti. Fino ad arrivare alla progettazione degli spazi retail.
Strumenti e tecniche per l’Human-Centered Design
Il successo dello Human-Centered Design (HCD) dipende anche dalla capacità di sfruttare strumenti e tecniche che facilitano ogni fase del processo. In questo paragrafo, esploriamo alcuni strumenti che i designer utilizzano per applicare i principi Human Centered Design in modo efficace.
Strumenti di prototipazione
La prototipazione è una fase molto importante nel processo di Human Centered Design ed esistono strumenti che ti permettono di creare versioni preliminari del prodotto in modo rapido ed economico.
I prototipi rendono la UX qualcosa di concreto, permettendo di ridurre i rischi e individuare le aree critiche rapidamente. Alcuni tool che ti permettono di creare prototipi in modo semplice sono:
Figma: Tool versatile che permette di creare wireframe e prototipi interattivi. Ideale per iterazioni rapide e collaborazioni in tempo reale.
Sketch: Perfetto per i designer che cercano una soluzione minimalista per wireframe e prototipi statici.
Piattaforme di user testing
Lo User Testing è uno dei pilastri dei processi di UX Design e dello Human Centered Design, perché permette di raccogliere feedback direttamente dagli utenti finali. Esistono diverse piattaforme per eseguire test con facilità, risparmiando tempo e risorse.
Figma: Oltre ad essere uno strumento di design, offre la possibilità di creare prototipi interattivi che possono essere facilmente condivisi per il test. Grazie alle sue funzionalità consente ai team di lavorare insieme e raccogliere feedback direttamente sull’interfaccia.
UserTesting: Consente di raccogliere video e feedback scritti degli utenti mentre interagiscono con un prodotto. Un vantaggio è sicuramente la possibilità di selezionare utenti target specifici e ottenere insight in tempi brevi.
Maze: Tool per test a distanza su prototipi, con generazione di report automatici che analizzano le metriche di usabilità. I risultati sono rapidi e funziona da supporto per strumenti di design come Figma, Sketch e Adobe XD.
Hotjar: Strumenti di heatmap, registrazioni delle sessioni e sondaggi post-test per comprendere l’esperienza utente. Visualizza i comportamenti degli utenti in modo intuitivo ed è ideale per monitorare l’interazione degli utenti su siti già live.
Nel contesto dello Human Centered Design, il ruolo delle piattaforme di user testing è fondamentale per valutare le ipotesi e verificare se le soluzioni proposte soddisfano i bisogni degli utenti.
Tool di design collaborativo
I tool di design collaborativo sono fondamentali nel processo di Human-Centered Design, in quanto favoriscono la comunicazione, la co-creazione e la condivisione di idee tra team e stakeholder. Grazie a queste piattaforme, i designer possono lavorare contemporaneamente su progetti, iterare rapidamente e coinvolgere le persone giuste al momento giusto. Tra i tool per collaborare nel team ci sono:
Figma: Consente di progettare interfacce, creare prototipi interattivi e raccogliere feedback in tempo reale; e offre una funzione di collaborazione dove più persone del team possono lavorare sullo stesso file contemporaneamente. Utilizzare Figma nel processo di Human Centered Design permette di coinvolgere stakeholder e utenti nel processo di revisione, migliorando l’empatia e l’allineamento sui bisogni ed obiettivi.
FigJam: lavagna interattiva integrata con Figma, progettata specificamente per brainstorming e collaborazione creativa. Include funzionalità per creare diagrammi, schemi e flussi in modo semplice e visivamente accattivante. FigJam promuove il lavoro di squadra ed è perfetto per raccogliere insight durante le sessioni di brainstorming con gli stakeholder o per mappare processi complessi.
Miro: si tratta di una lavagna collaborativa virtuale per brainstorming, creazione di mappe mentali, journey mapping e altre attività di design simile a FigJam. Miro include template predefiniti per supportare workshop, co-creazione e analisi dei dati.
Raccolta e analisi dati
La raccolta e l’analisi dei dati forniscono insight concreti sui comportamenti, bisogni e preferenze degli utenti. Questi insight aiutano a orientare decisioni progettuali informate, garantendo che le soluzioni create siano rilevanti e utili.
Per la ricerca qualitativa esistono diversi tool per comprendere a fondo le esperienze e i bisogni degli utenti. Alcuni tool sono:
Miro e FigJam: nominati anche in precedenza, sono molto utili per workshop collaborativi con stakeholder e per organizzare le informazioni raccolte visivamente.
Dovetail: strumento per analizzare e categorizzare feedback qualitativi provenienti da interviste o survey.
Per la ricerca quantitativa ci sono strumenti per raccogliere dati numerici e individuare pattern significativi:
Google Form e Typeform: piattaforme semplici per creare e distribuire sondaggi personalizzati.
Google Analytics: utile per monitorare metriche di traffico e comportamento degli utenti sui siti web.
Hotjar: combina heatmaps, sondaggi in-app e analisi del comportamento per avere un quadro completo.
Excel o Google Sheets: sono strumenti molto utili per analisi preliminari o per chi preferisce semplicità.
Sfide nell’Human-Centered Design
Progettare con un approccio Human Centered Design offre numerosi benefici, ma come ogni processo presenta anche ostacoli che i designer devono affrontare per garantire che il processo rimanga efficace. Superare queste sfide richiede consapevolezza, competenze trasversali e una visione strategica.
Equilibrio tra esigenze degli utenti e obiettivi aziendali
Una delle sfide che si presenta maggiormente è bilanciare le necessità degli utenti con gli obiettivi aziendali. Tra i due cluster c’è una sostanziale differenza perchè gli utenti cercano esperienze che risolvano i loro problemi, ma al tempo stesso le soluzioni devono anche essere sostenibili per l’azienda, e molto spesso si tratta di un esercizio di compromesso per riuscire a soddisfare entrambi i segmenti di persone.
Nella UX un esempio concreto può essere la creazione di un’interfaccia intuitiva senza sacrificare opportunità di monetizzazione.
Per affrontare questa sfida è necessario prioritizzare le soluzioni basandosi sui dati; comunicare e collaborare costantemente con i team di business; valutare, tramite prototipi e test iterativi le soluzioni che riescono a soddisfare i due segmenti.
Bias nel design
Prima di spiegare perché i bias sono un problema nel processo di Human Centered Design, è necessario spiegare brevemente di cosa si tratta:
I bias, o pregiudizi cognitivi, sono scorciatoie mentali che il nostro cervello utilizza per prendere decisioni rapide. In generale, i bias possono compromettere l’efficacia delle soluzioni progettuali, portando a prodotti che non rispecchiano le reali esigenze degli utenti perché in alcuni contesti possono distorcere il nostro giudizio e influenzare le scelte in modo inconsapevole.
Nel processo di Human-Centered Design, i bias quindi rappresentano un rischio perchè possono limitare l’empatia verso gli utenti e rafforzare supposizioni errate. Riconoscerli è il primo passo per mitigare i loro effetti e garantire un design più equo e inclusivo.
Per evitare di creare bias è importante coinvolgere nella fase di UX Research utenti diversificati in modo da ampliare le prospettive; condurre sessioni di review periodiche pianificando momenti dedicati a riesaminare decisioni e ipotesi progettuali insieme ad un team multidisciplinare; validare ipotesi e design attraverso sessioni di user testing con gruppi eterogenei di utenti.
Gestione di sistemi complessi
Un sistema complesso è caratterizzato da diversi componenti interconnessi e che interagiscono tra loro. In particolare, nel design i sistemi complessi possono coinvolgere molti stakeholder o tecnologie che rendono il processo di design difficoltoso.
Con l’approccio dello Human-Centered Design, gestire la complessità richiede un approccio sistemico, capace di bilanciare le esigenze degli utenti, i vincoli tecnologici e gli obiettivi aziendali. Si tratta di creare soluzioni che funzionino armoniosamente all’interno di un contesto ampio e interdipendente.
Le principali sfide che si presentano nella gestione di sistemi complessi sono sicuramente la difficoltà di allineamento tra stakeholder a causa di priorità contrastanti tra loro; la provenienza dei dati e di conseguenza la loro gestione e analisi; ed infine l’evoluzione che questi sistemi hanno nel tempo i quali cambiano costantemente.
Per affrontare queste sfide è necessario adottare un approccio sistemico che guarda il sistema nella sua totalità, mappando le connessioni e le dinamiche tra le diverse parti e identificando punti critici e opportunità. Ovviamente, la complessità richiede competenze diverse, quindi è importante coinvolgere esperti di vari settori per affrontare le varie problematiche.
Etica e sostenibilità
Lo Human-Centered Design è un approccio che richiede responsabilità. I designer hanno il potere e l’obbligo di creare soluzioni che non solo migliorano la vita degli utenti, ma che rispettano i principi etici e promuovono la sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Per integrare etica e sostenibilità nel processo di Human Centered Design è utile lavorare a stretto contatto con comunità locali, esperti di sostenibilità e gruppi etici aiuta a identificare problemi nascosti e ad anticipare rischi; considerare l’impatto ambientale e sociale come parte degli obiettivi del progetto, al pari di usabilità e funzionalità.
Benefici dell’Human-Centered Design
Lo Human-Centered Design (HCD) può essere definito come una strategia che trasforma il modo in cui le organizzazioni sviluppano prodotti e servizi.
Di seguito, esploreremo i principali benefici dell’HCD.
Maggiore soddisfazione degli utenti
L’approccio Human Centered Design si basa sull’ascolto e sulla comprensione delle esigenze degli utenti, garantendo che le soluzioni realizzate siano realmente utili. Di conseguenza, coinvolgere gli utenti nel processo di design porta a esperienze positive che risolvono i loro problemi, superando spesso le loro aspettative. Coinvolgendo gli utenti, essi percepiscono il prodotto progettato pensando alle loro necessità e creando una connessione emotiva positiva.
Innovazione e creatività
Lo Human Centered Design incoraggia i team a esplorare soluzioni non convenzionali, stimolando nuove idee e approcci innovativi. Grazie al coinvolgimento diretto degli utenti e alla collaborazione con team multidisciplinari, emergono prospettive uniche che portano a soluzioni creative.
Focalizzandosi sui bisogni reali degli utenti, si evita di partire da ipotesi e grazie a workshop e brainstorming con utenti e stakeholder si generano idee più vicine alle aspettative del mercato.
Successo sul mercato
I prodotti progettati con un approccio Human Centered Design sono più competitivi perché rispondono meglio alle esigenze degli utenti. La centralità dell’utente nel processo di design si traduce in maggiore adozione e preferenza da parte del mercato.
Inoltre, prototipare e testare iterativamente consente di identificare errori prima del lancio, risparmiando risorse. E al tempo stesso, progettare con un approccio iterativo permette di rispondere rapidamente a nuove esigenze e tendenze.
Fidelizzazione del brand
Un’esperienza utente eccellente non solo conquista nuovi clienti, ma rafforza il legame con quelli esistenti, aumentando la fedeltà e la propensione a raccomandare il prodotto.
Gli utenti che percepiscono valore e cura nel prodotto diventano promotori spontanei del brand riuscendo a costruire un rapporto di fiducia con il brand. E un’esperienza positiva costante incoraggia gli utenti a rimanere fedeli anche in presenza di alternative sul mercato.
Conclusioni
Lo Human-Centered Design è un approccio molto importante se si vogliono progettare soluzioni che rispondano ai bisogni reali delle persone. Grazie ad un focus su empatia, iterazione e collaborazione, lo HCD aiuta a creare esperienze significative e ad affrontare con successo le sfide progettuali più complesse.
I punti chiave trattati nell’articolo sono:
- Fasi principali dello Human Centered Design: Empatizzare, definire, ideare, prototipare e testare. Ciascuna fase essenziale per un design centrato sull’utente.
- Componenti chiave: Ricerca sugli utenti, co-creazione, accessibilità e iterazione continua sono fondamentali per un processo efficace.
- Benefici concreti e sfide dello Human Centered Design
Adottare l’HCD non è solo una scelta pratica, ma un investimento strategico. Progettare con e per le persone significa costruire relazioni autentiche, rafforzare il valore del brand e distinguersi nel mercato competitivo.
Francesca De Rosas
UX Researcher